Dogecoin e Shiba Inu, le criptovalute del momento, hanno un nuovo rivale, ed è nientemeno che Elon Musk. Infatti il CEO di Tesla, dopo mesi di allusioni e proclami non sempre ritenuti credibili, ha deciso di fare la sua mossa nel mondo dei meme coin.
Floki Inu è realtà. Musk già il 25 Giugno 2021 aveva profetizzato (usando l’araldo dei giorni nostri, Twitter) l’avvento della sua criptovaluta, e battezzandola “Floki Inu”, come il nome di un suo cane. Quello è stato solo l’inizio della gestazione della sua nuova creatura, che ora ha visto la luce e si prepara a dar battaglia alle sue concorrenti già affermate, anche se esistenti relativamente da poco.
Tali sono i ritmi forsennati a cui viaggia l’industria dei meme coin, dove un giorno è così pieno di cambiamenti da sembrare un mese. Ma non tutte le premesse sono rosee: crescono le perplessità per le dinamiche di un mondo ancora inesplorato.
Nel Nuovo Mondo delle criptovalute, il 6 Dicembre 2013 nacque, per scherzo, Dogecoin. Il suo logo si rifaceva a un cane di un meme virale sul web, Doge appunto. Doveva essere uno scherzo.
Nel giro di otto anni è diventata un colosso con 50 miliardi di dollari di capitalizzazione. E ha lanciato una nuova famiglia di criptovalute, che sono l’assoluto trend del momento: i Meme Coin.
Queste valute (Doge, Shiba, e ora Floki) si differenziano dal resto perché non hanno una propria blockchain, ossia una propria struttura di dati “a blocchi”: si appoggiano a reti esterne, come Ethereum.
La chiave del loro inaspettato successo è da ricercarsi anche e soprattutto nella strategia vincente di mercato che associa la loro immagine ai meme, le onnipresenti immagini con didascalia che ormai descrivono i paradigmi della nostra società sui social.
Proprio il traino di un mezzo popolare come i meme ha assolto uno degli obbiettivi dei meme coin: coinvolgere nell’acquisto, fatto in larghissima parte con micro-transazioni, una grandissima fascia di persone che non si sarebbero mai perse in “tecnicismi”.
È ciò che in una prima fase è successo a Doge e ai suoi “figli”: l’utenza iniziale era molto giovane e contribuiva principalmente con micro-transazioni, ma in breve tempo i meme coin hanno dimostrato di poter spostare grandi somme di denaro.
E gli stessi social, che contribuiscono alla diffusione dei meme, sono la piattaforma dove i meme coin guadagnano visibilità e seguito. Allo stesso modo, i giochi online sono un altro ottimo alleato di queste nuove valute. Ma in un mondo in così sfrenata espansione, poche sono le valute che riescono ad affermarsi: la maggior parte si dissolve dopo poco tempo.
È il prezzo da pagare per questa loro natura così appetibile ai più, ma anche così effimera e basata sulla condivisione.
Ma torniamo al deus ex machine di Tesla e nuovo “papà” di Floki, Elon Musk. La sua creatura ha un nome con forti richiami alla mitologia norrena, resi ancora più palesi dal logo che raffigura un cane (similmente a Shiba e Doge) con un elmo vichingo in testa (più ammiccante di così…).
E per caratteristiche si rifà soprattutto a Shiba, il suo più immediato predecessore. Musk ha definito Floki “cryptocurrency of the people”, cioè criptovaluta delle persone. Ed I suoi obbiettivi sono alquanto ambiziosi, come del resto preventivabile conoscendo il personaggio-Musk.
Floki si propone come una valuta per tutte le persone di qualsiasi età o provenienza socio-geografica, proprio come i meme sono contenuti pressoché universali. Aspetto fondamentale cui si appoggia tutta l’idea alla base di Floki è quello degli NFT.
Un NFT è un Non Fungible Token, ossia un oggetto digitale unico e irripetibile, che può essere scambiato, comprato e venduto, divenendo quindi un bene a tutti gli effetti.
Questi nuovi attori sulla scena della valuta internazionale stanno trovando applicazione pratica nel campo videoludico, grazie a diverse società (tra cui un colosso come Activision) che li stanno implementando come valute per giochi online.
E questa è la direzione in cui Floki si sta muovendo, con lo sviluppo di un gioco Play to Earn (P2E), ossia “gioca per guadagnare”. Floki mira, nelle intenzioni, a far sì che ci siano persone che si guadagnino da vivere tramite i P2E.
Infine, altro punto cardine della filosofia dietro Floki è la beneficenza, con il progetto della costruzione di scuole in numerose aree, spesso disagiate, del pianeta. La piattaforma dove si può acquistare, come la quasi totalità dei meme coin, è l’onnipresente eToro: al momento Floki vanta già oltre 100.000 holder e una capitalizzazione di 2 miliardi di dollari.
Ma non tutto ciò che è legato a questo nuovo mondo in crescita a ritmi da capogiro è esente da dubbi e polemiche. Per la loro stessa natura effimera e potenzialmente evanescente, i meme coin , come del resto tutte le criptovalute, sono spesso tacciati di essere l’ennesima bolla finanziaria che minaccia di scoppiare e trascinare sul lastrico tutti i suoi investitori.
Le maggiori polemiche arrivano dall’Inghilterra: come riporta il Guardian, la Advertising Standards Authority ha lanciato un’indagine dopo l’aggressiva campagna pubblicitaria di Floki sulla metro di Londra, che incoraggiava gli utenti ad acquistare Floki nel caso fossero stati troppo lenti per sfruttare il boom di Doge.
Le principali accuse vertono sul fatto che queste pubblicità siano ingannevoli perché prospettano un guadagno sicuro, laddove invece il mondo delle criptovalute è in perenne stravolgimento e quindi non esattamente sicuro e stabile al 100%.
Simili tattiche promozionali sono state criticate aspramente anche all’interno del mondo crypto: è del co-creatore di Doge, Billy Markus, l’affermazione che lo slogan “ti renderà ricco” è “viscida da morire”.
Intanto le criptovalute stanno trovando terreno fertile nel mondo del calcio: sempre più squadre accettano ricchi contratti di sponsorizzazione da questo emergente settore, anche per via dell’emergenza coronavirus che ha messo tanti club finanziariamente in ginocchio.
Per molti queste sponsorizzazioni sono un’ancora di salvezza e una grande occasione, ma sorgono sempre più perplessità in merito. A guidare il fronte degli scettici è ancora una volta il Regno Unito: è del 30 Novembre la notizia dell’avvio di un’inchiesta da parte della Football Association, principalmente per appurare i legami tra criptovalute e tifosi, e la loro legittimità.
In Italia invece tutti i maggiori club di A hanno delle importanti sponsorizzazioni in atto, e su questo treno è salito, ultimo in ordine di tempo, anche il Napoli: il club di Aurelio De Laurentiis ha infatti annunciato l’accordo con Floki Inu, il cui logo finirà sul retro della maglia azzurra.
Musk e il suo Floki sono quindi determinati non solo a primeggiare sui diretti concorrenti, ma anche a cambiare il mondo della criptovaluta e magari anche della finanza in generale.
Ma sarà l’inizio di una nuova era o una bolla finanziaria destinata irrimediabilmente a scoppiare? Musk è fiducioso, e conoscendo la sua storia da imprenditore capace di colpi di genio assoluti, come potrebbe non esserlo?
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